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Esclusiva

Febbraio 3 2023
«Cittadini, informazione e giustizia»: l’Odg 60 anni dopo

L’evento per l’anniversario dell’Ordine dei Giornalisti alla Biblioteca Nazionale di Castro Pretorio

La gigantesca bianca Costa Concordia riversa su un fianco dietro due piccoli inviati con telecamere nere e microfoni. Mattarella seduto, pronto a un discorso, ma preso di lato, di fronte ci sono cavalletti e telecamere e operatori. Usain Bolt, inginocchiato in trionfo, ma di spalle, a puntare dritto sono i numerosi obiettivi dei fotografi. Le vicende e i personaggi sono storici, ma il focus è sui giornalisti. Sono questi alcuni degli scatti tratti dall’archivio Ansa, media partner dell’evento, mostrati prima dell’evento per i 60 anni dell’Ordine dei Giornalisti alla Biblioteca Nazionale di Castro Pretorio a Roma, seguiti da un video della Rai per ricordare come e quando è stato fondato.

Il 3 febbraio 1963 nasceva l’Odg. L’incontro di sei decenni dopo è dedicato a Il giornalismo alla sfida del futuro, per capire come i giornalisti possano continuare a esercitare la loro professione, tenendo conto delle nuove tecnologie, ma restando fedeli agli storici principi. «Le sfide che il mondo dell’informazione deve accogliere, come l’intelligenza artificiale, non possono prescindere dalla legge Gonella» ammonisce il presidente Sergio Mattarella, nel messaggio mandato per l’anniversario e letto in apertura dell’evento.

«Spiritualmente mi sono sempre sentito metà magistrato e metà vostro collega» confessa il ministro della Giustizia Carlo Nordio alla platea di giornalisti, composta da esperti del settore e giovani studenti, raccontando dei numerosi articoli scritti.

ordine giornalisti 60 anni

Il ricordo dei giornalisti morti e feriti in seguito ad aggressioni e intimidazioni con cui Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine, inizia il suo intervento è accolto da scroscianti applausi e una platea in piedi. Il presidente ricorda alla sala che l’articolo 21 della Costituzione deve essere la «stella polare» dei giornalisti: «Le colpe di pochi non devono screditare il lavoro di colleghi e colleghe che raccontano la nostra terra nel rispetto della deontologia». Conclude il suo discorso con un appello: «Noi siamo pronti alla sfida dell’innovazione e del cambiamento. Chiediamo alle istituzioni atti concreti per svolgere i compiti costituzionali fondamentali per un paese libero come l’Italia».

ordine giornalisti 60 anni

Il sottosegretario di Stato della presidenza del consiglio dei ministri con delega all’editoria, Alberto Barachini, ha ricordato il «ruolo cardine della professione» dei giornalisti, in un mondo in cui «la domanda di informazione è visibile in ogni momento delle nostre vite». Il sottosegretario aggiunge che «l’informazione di qualità si paga» e ricorda l’impegno per il regolamento Agcom sull’equo compenso: «Noi assicuriamo la nostra collaborazione. Noi crediamo nel futuro dell’informazione.»

Giovanni Maria Flick, già ministro di Grazia e Giustizia e presidente della Corte costituzionale, ricorda, in un molto dettagliato intervento, ai giornalisti la necessità della continenza, ossia «dire ciò che penso necessario per l’interesse pubblico» senza opinioni personali o politiche.

Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, mette in guardia dal doppio processo che subisce chi finisce sui giornali, un «processo giudiziario» e un «processo mediatico» che è «senza appello». In occasione dell’anniversario, «pensiamo di scrivere oggi le pagine di un nuovo capitolo di rapporti fra cittadini, informazione e giustizia».

L’europarlamentare del Partito democratico, Pina Picerno, manda un videomessaggio dal Parlamento europeo e sostiene che «occorre un nuovo patto sociale tra istituzioni e giornalisti».

L’inviato di guerra Nello Scavo sale sul podio per elogiare la «maturità della democrazia» che tutela i giornalisti a prescindere da quello che possono dire sul governo attuale, precedente e futuro. «Ogni volta che si minaccia un giornalista nella sua libertà si minaccia la democrazia».

In collegamento dalla sede Rai di Trieste interviene Andrea Lucchetta che racconta la sua esperienza come inviato in Ucraina, ricordando ai presenti che «il modo in cui la guerra si concluderà dipende dalle nostre scelte».

La freelance Sara Lucaroni rivela quanto significhi per lei il tesserino da professionista, che in tasca è «piccolo, ma molto pesante», e quanti sacrifici abbia fatto per ottenerlo. «Favorire la rapidità dell’informazione all’approfondimento crea spesso dei mostri».

La conclusione dell’evento è affidata alla segretaria Paola Spadari che chiosa: «Dovremmo ricordare a tutti noi il dovere per cui lavoriamo: il diritto dei cittadini a essere informati».

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