Dazi e migranti si intrecciano in un acceso confronto diplomatico tra gli Stati Uniti e la Colombia. Alla fine, è Washington ad avere la meglio. Gustavo Petro, presidente socialista colombiano, aveva inizialmente negato l’autorizzazione all’atterraggio di aerei statunitensi con a bordo migranti espulsi dagli USA. I dazi minacciati dagli Stati Uniti non verranno applicati, poiché la Colombia ha fatto marcia indietro e accettato di accogliere senza restrizioni i migranti deportati.
È il primo scontro diretto tra Donald Trump, neopresidente degli Stati Uniti, e un paese dell’America Latina. La vicenda ha preso il via domenica, quando Petro ha revocato l’autorizzazione diplomatica per due aerei militari C-17, che trasportavano 160 migranti espulsi dagli USA. Senza l’autorizzazione per atterrare, gli aerei sono stati costretti a fare ritorno alla base di San Diego. Una ping pong politico con pallina la vita delle persone.
La minaccia dei dazi
Il confronto si è intensificato con l’annuncio di dazi fino al 25% sulle merci colombiane importate negli Stati Uniti, una percentuale che sarebbe potuta salire al 50% entro una settimana se Petro avesse mantenuto il rifiuto al rimpatrio dei migranti. Il presidente colombiano, critico nei confronti dell’amministrazione Trump, aveva giustificato il diniego definendo l’uso di aerei militari una violazione della dignità dei migranti. Come risposta provocatoria, Petro ha anche lui annunciato su X dei contro-dazi del 50% sulle importazioni dagli USA, mettendo a rischio un rapporto commerciale cruciale per la Colombia. Il mercato statunitense rappresenta infatti il 28% dell’export colombiano, con un valore annuo di circa 18 miliardi di euro, trainato principalmente dal petrolio.
Sanzioni diplomatiche
Oltre ai dazi, Trump aveva annunciato ulteriori sanzioni diplomatiche: divieto di ingresso per funzionari governativi colombiani, revoca dei visti per il personale istituzionale e persino la chiusura della sezione visti nell’ambasciata statunitense a Bogotà.
“Queste misure sono solo l’inizio – ha scritto Trump sul suo social network Truth – Non permetteremo al governo colombiano di violare i suoi obblighi nell’accettare il ritorno dei Criminali (maiuscola nel testo, ndr) che hanno spedito negli Stati Uniti!”.
La svolta finale
Dopo giorni di tensione, la Casa Bianca ha annunciato una risoluzione. La portavoce Karoline Leavitt ha dichiarato che il governo colombiano ha accettato tutte le condizioni imposte dall’amministrazione Trump, inclusa l’accettazione senza restrizioni di tutti i migranti irregolari rimpatriati dagli Stati Uniti, anche a bordo di aerei militari.
“I dazi saranno tenuti in riserva e non firmati, a meno che la Colombia non rispetti l’accordo”, ha aggiunto Leavitt, lasciando intendere che la pressione economica potrebbe essere reintrodotta in caso di inadempienze. La Colombia, dal suo lato, ha affermato che manterrà aperto un dialogo per “garantire la dignità dei nostri cittadini”.
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