Esclusiva

Giugno 9 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Giugno 10 2025
Referendum 2025, vota solo il 30% 4,7 milioni di no sulla cittadinanza

Votano solo 14 milioni di italiani, i cinque quesiti non superano il cinquanta per cento. Nicoletti (centrodestra) è il nuovo sindaco di Matera, Bitetti (centrosinistra) vince a Taranto

L’8 e 9 giugno si è votato per i quattro referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, promossi dalla Confederazione generale italiana sul lavoro (Cgil) e appoggiati dal centrosinistra (Partito democratico, Alleanza verdi-sinistra e Movimento 5 stelle). Alle 15 si sono chiusi i seggi e i dati dell’affluenza non sono incoraggianti: secondo il sito Eligendo, ad andare a votare è stato il 30,6 per cento dei cittadini aventi diritto, in tutto quattordici milioni di voti. La soglia del 50 per cento più uno per rendere valido il referendum non è stata raggiunta. Il quesito con il minor numero di consensi è stato quello sulla cittadinanza: il 34 per cento si è detto contrario.

Secondo l’analisi dei sondaggi YouTrend, a urne chiuse, nessuno dei cinque quesiti dei referendum ha raggiunto il quorum. Solo alcune regioni sono sopra la media nazionale: Toscana (39,09), Emilia-Romagna (38,10), Liguria (35,08), Marche (32,70), Piemonte (35,20) e Umbria (31,21). Invece l’affluenza più alta è stata nella provincia di Bologna (47,67 per cento) e di Firenze (46,93), quella di Bolzano ha la più bassa (15,9).

Sempre secondo YouTrend che si è basata sui dati usciti alle 23 di domenica, i comuni con il maggior numero di laureati (almeno il 20 per cento della popolazione) hanno avuto le percentuali di voto più alte toccando il 28,1 per cento, seguono i paesi con più del 15 per cento di residenti stranieri (27,3). Inoltre si è riscontrata una tendenza che mostra come a votare siano stati i centri urbani del centro-nord e i comuni con più di cento mila abitanti. Inoltre ha votato il 90 per cento degli italiani fuorisede.

Il risultato negativo era nell’aria già nella giornata di domenica, quando l’affluenza alle 23 era del 22,73 per cento, nonostante l’invito arrivato dalla manifestazione del campo largo a piazza San Giovanni a Roma per la pace nella Striscia di Gaza – dove erano presenti anche Italia Viva e Azione che il giorno precedente si erano riuniti a Milano per la stessa iniziativa.

Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sui social ha scritto: «L’unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il governo. Alla fine, però, sono stati gli italiani a far cadere voi». La scarsa affluenza e il conseguente mancato raggiungimento del quorum ha spinto i partiti di governo a pensare a una riforma: l’art. 75 della Costituzione stabilisce che per indire un referendum abrogativo 500 mila cittadini o cinque Consigli regionali possono proporre all’intero corpo elettorale «l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge». Il centrodestra vorrebbe aumentare il numero necessario da 500 mila persone a un milione visto anche che attraverso la raccolta firme digitale ha facilitato il raggiungimento dell’attuale quota.

Già prima che si chiudessero le urne, il senatore Renzi aveva detto: «Ormai è evidente che il quorum non ci sarà, come del resto era facilmente prevedibile vedendo i precedenti. I quesiti sul lavoro e cittadinanza erano infatti ideologici e rivolti al passato come abbiamo detto in tutte le varie tribune televisive». Il segretario della Cgil Maurizio Landini ha commentato che non si può parlare di vittoria «perché il nostro obiettivo era il quorum per cancellare le leggi sbagliate sul lavoro fatte sia dalla destra che dalla sinistra. Ma quando quasi quindici milioni di persone vanno a votare e 14 milioni ti dicono che sono d’accordo, allora da lì si riparte».

Ma non si votava solo per i cinque referendum: c’erano i ballottaggi per le elezioni comunali di Taranto e Matera. Nella città pugliese, il nuovo sindaco è Piero Bitetti, sostenuto dalla coalizione composta dal Pd, Avs e altre liste civiche ha ottenuto il 54,7 per cento dei voti, dopo aver preso il 37,4 per cento al primo turno. La sfida al ballottaggio è stata con Francesco Tacente, che ha preso il 45,4 per cento, sostenuto da sei liste civiche e dalla Lega. Invece il candidato di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi moderati Luca Lazzaro si è fermato al 19,5 per cento. A Matera invece ha vinto il candidato del centrodestra Antonio Nicoletti con il 51,3 per cento, invece Roberto Cifarelli, che si era presentato a capo di una delegazione (senza il simbolo del Pd), si è fermato al 48,7.

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