«Zingari col microfono» trapiantati a Milano, Edoardo, Daniele e Andrea – un romano, un genovese e un toscano – da quasi cinque anni documentano sui social il dietro le quinte della politica italiana. Il tono è irriverente, crudo, spesso dissacrante, il racconto sempre attraverso materiale originale e lavoro sul campo, in giro per l’Italia.
«Siamo tre videogiornalisti su piazza da dodici anni», racconta Edoardo, «la pagina The Journalai è nata intorno al 2020, nel pieno del Covid, un po’ per insofferenza. C’erano video che facevamo, magari brevi spezzoni, che secondo noi avevano valore ma venivano scartati dalle redazioni. Così abbiamo pensato: perché non creare un nostro canale dove mettere tutto e vedere che succede?».
Il primo colpo virale arriva con Berlusconi allo stadio, intento a ricordare con una battuta com’è nata la sua passione per il tifo milanista, «da quando aveva i calzoncini corti». Risultato: follower raddoppiati in un giorno e mezzo, da 4.000 a 10.000. Oggi sono quasi 100.000 su Instagram e 35.000 su TikTok. Nessuna sponsorizzazione, nessun piano editoriale. Solo intuito, montaggio e il dono raro di saper porre la domanda sbagliata al momento giusto. «Tutto merito del valore dei contenuti», sottolinea Edoardo.
Rispetto a molte altre pagine satiriche, The Journalai è alimentata dal lavoro di giornalisti professionisti. «La differenza vera», dice Daniele, «è che noi quella vita lì la viviamo. Non stiamo a casa a ripubblicare un video virale della Ravetto. Noi andiamo lì, facciamo le domande, editiamo il video, lo rendiamo comunicazione. È un lavoro giornalistico che si trasforma in qualcosa che funziona anche sui social».
“Non sapete nemmeno scherzare” è il mantra, una battuta mutuata da Berlusconi e rilanciata come firma identitaria. Perché il diritto di satira è anche un modo per far filtrare l’informazione là dove l’informazione non arriva: «L’ironia è un mezzo per far scoprire un mondo», spiega Daniele. «Magari un ragazzo non sa nemmeno chi sia Salvini, ma vede un video assurdo, si incuriosisce e va a cercare», è una porta d’ingresso. Su Instagram, il 33% dei loro follower ha tra i 25 e i 34 anni, il 18% tra i 33 e i 44, «oltre sono solo i politici che ci guardano».

E a chi si offende? «Qualcuno ci ha scritto. Qualche querela temeraria è arrivata», raccontano, «ma si è sempre risolto tutto e nessuno si è fatto troppo male. Da chi non lo diciamo, abbiamo ricucito di recente».
Sgarbi che dispensa consigli sentimentali, Zaia che detta le sue “leggi sullo spritz”, Feltri che fa Feltri e macina centinaia di migliaia di visualizzazioni su TikTok: alcune gag sono diventate veri cult. «La gente ormai segue quasi più il personaggio che il contenuto», osservano. Una delle idee più riuscite? La rubrica del “libro sbagliato”: presentarsi a un politico con un libro totalmente fuori contesto – talvolta provocatorio – per osservarne la reazione, e poi chiedergli di suggerire un altro politico e un’altra lettura da “consegnare”. Un cortocircuito tanto semplice quanto geniale.

Oggi The Journalai si muove tra Instagram, TikTok X e da poco anche un sito. «Volano i contenuti più demenziali, ma è tutto molto relativo. Cosa funziona e dove lo scopriamo anche noi man mano. Fortuna? Bravura? Non lo sappiamo, ma con pazienza e sacrifici abbiamo trovato la chiave per un nostro spazio nel flusso algoritmico».
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