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Esclusiva

Maggio 13 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 29 2021
L’esortazione del Camus inedito

L’Esortazione ai medici della peste è un testo che prepara al romanzo di Albert Camus. In queste pagine finora inedite in Italia lo scrittore si rivolge ai medici impegnati nella lotta quotidiana all’epidemia e a tutti gli uomini in lotta con il proprio male.

Per riavvicinare i lettori alle librerie appena riaperte, Bompiani pubblica adesso Esortazione ai medici della peste, un testo di Albert Camus finora mai pubblicato in Italia. L’inedito è scaricabile dal sito bompiani.it o donato a coloro che torneranno nelle librerie Giunti al Punto. In Francia le pagine erano state pubblicate nell’aprile del 1947 nei Cahiers de la Pléiade, precedendo il romanzo La peste di soli due mesi, ma la redazione dell’Esortazione risale al 1941. Il testo si configura dunque come materiale istruttorio, un testo che prepara il campo al romanzo.

Camus, prendendo ispirazione dalle norme attuate durante i contagi passati, sprona i medici a non avere paura e ad adottare una linea di condotta volta a dominare il male. I primi paragrafi dell’Esortazione si concentrano sui consigli pratici: l’aceto, le erbe aromatiche, il camice. Poi il richiamo stoico a essere padroni di sé stessi, a respingere la stanchezza, a mantenere la pace nell’animo e a rispettare la giusta misura.

L’esortazione del Camus inedito

Dopo i rimedi l’Esortazione si fa appassionata, se si va avanti nella lettura si ha la sensazione che le raccomandazioni non siano solo per i dottori della peste, ma per gli uomini tutti. “Non dovete, non dovete mai abituarvi a vedere gli uomini morire come mosche, come fanno oggi nelle nostre strade, e come hanno sempre fatto da quando la peste ha preso il suo nome ad Atene. Non smetterete di essere costernati da quelle gole nere di cui parla Tucidide, che distillano un sudore di sangue e da cui una tosse rauca strappa faticosamente un raro espettorato, piccolo, color zafferano e salato. Non avrete mai familiarità con questi cadaveri, dai quali fuggono anche i rapaci per sfuggire all’infezione”.

Ne La peste infatti il motivo della malattia trascende la contingenza storica – l’epidemia a Orano non si è mai verificata – come trascende il significato di malattia in quanto morbo per allargarsi alla metafora della piaga come male del mondo (se si vuole anche come proprio male individuale) e delle reazioni degli uomini. Tra le interpretazioni del male il romanzo rende concreta la polemica fra medicina e religione espressa dalle tesi contrastanti di Rieux, medico ateo, e Paneloux, padre gesuita. Attraverso questi personaggi, Camus contrappone lo spirito critico della ricerca scientifica all’atteggiamento dogmatico della religione: da una parte la scienza, dall’altra la fede.

L’esortazione del Camus inedito

«Quando esce il romanzo i protagonisti non sono più i medici della peste ma un solo dottore, Bernard Rieux. Egli affronta il morbo con i suoi strumenti e prende delle posizioni che sono anche quelle di Camus». A Zeta Lucio Coco, studioso e docente di letteratura cristiana antica e di storia della spiritualità che già un mese fa traduceva l’Esortazione su L’Osservatore Romano, con cui collabora.

«Nel romanzo ci sono poi altre posizioni, quella dell’altro medico, l’amico Tarrou, e quella del padre gesuita Paneloux. Ognuno si confronta con questa malattia. Le risposte che danno sono diverse, si polarizzano nelle parole laiche di Rieux e in quelle invece religiose di Paneloux che però nell’Esortazione non si vedono. Tutto lo spazio lasciato a Peneloux nel romanzo, nelle punte più alte della seconda predica, nell’Esortazione non c’è».

Ecco perché nel romanzo l’erede delle raccomandazioni dell’Esortazione è Bernard Rieux. Le pagine tradotte da Coco su L’Osservatore si trovano sotto il titolo L’irruzione dell’assurdo, proprio come si legge nell’edizione francese dell’opera integrale di Camus.

L’esortazione del Camus inedito

«Il tema dell’assurdo è un tema che coinvolge tutta l’opera dell’autore. Nell’Esortazione il riferimento appare soprattutto nella parte finale in cui emerge l’incomprensibilità del morbo. Alla fine Camus parla della religione della peste intesa come regola imposta dalla malattia, un dogma sotto il quale tutti devono sottostare che è pero una norma incomprensibile».

Alla pagina 15 dell’edizione Bompiani infatti si legge: “Un animo in pace è il più saldo. Siate saldi di fronte a questa strana tirannia. Non favorite una religione vecchia quanto i culti più antichi. Uccise Pericle, il quale rivendicava quale unico merito di non aver fatto vestire a lutto alcun cittadino, e non ha mai cessato, da quell’omicidio illustre fino al giorno in cui si abbatté sulla nostra città innocente, di decimare gli uomini e di esigere il sacrificio dei bambini. Quand’anche questa religione ci venisse dal cielo, si dovrebbe allora dire che il cielo è ingiusto. Se siete giunti a questa conclusione, non dovete trarne alcun orgoglio. Vi incombe invece di pensare spesso alla vostra ignoranza, per essere certi di rispettare la misura, che sola è in grado di dominare i flagelli”.

Per Camus, la polemica tra scienza e fede fa perno sulla sostanza del male, l’ostacolo invalicabile, in rapporto al quale l’uomo, attraverso l’azione, ha la possibilità sola di rimanere saldo nell’animo. L’ultimo paragrafo si chiude infatti con un andamento profetico: “Verrà il giorno in cui vorrete gridare il vostro orrore di fronte alla paura e al dolore di tutti. Quel giorno non avrò più rimedi da consigliarvi, se non la compassione che è la sorella dell’ignoranza”.

L’esortazione del Camus inedito

La fine dell’Esortazione non ammette repliche. L’antica domanda sul significato del male, inconciliabile con la presenza di un Dio buono e giusto, riformulata da Camus in termini laici, si risolve nella lucida constatazione dell’ineluttabilità e della gratuità del male. Si dovrà aspettare il romanzo affinché questa posizione, mai smentita dall’autore – anzi corroborata anche dai suoi “libri filosofici” – venga problematizzata.

Il professore Coco ritorna sulle pagine della seconda predica di Peneloux ne La peste. «La posizione di Bernard Rieux è quella di chi non crede e spende la sua vita per salvare quelle degli altri, Rieux segue la religione laica dell’umanità. In quella seconda predica padre Paneloux risponde dicendo che Dio non viene contraddetto dal male, ma nella religione della fede il male è conciliabile con l’esistenza di Dio».

«Non v’è dubbio che Camus sia per l’assurdo ma dentro di lui ci sono altri punti di vista sviluppati nel profondo. La peste rimane indecifrabile, incomprensibile, come se fosse un’aggiunta di assurdo alla vita che di per sé lo è già».