C’è un mondo di colori che si spiega davanti agli occhi di chi fa il primo passo nei grossi padiglioni della Fiera di Roma. Qui, per qualche giorno, ogni ottobre e aprile dell’anno, ci si concede all’arte dell’intrattenimento: passeggiando tra i cinque padiglioni del Romics 2023, si passa accanto a file di manga voracemente sfogliati dagli appassionati del disegno giapponese, a giocatori intenti a sfidarsi coi dadi o davanti ad uno schermo, o si finisce ad osservare rapiti i dettagli dei costumi più complessi dei cosplayer, ovvero coloro che si travestono dai propri personaggi preferiti. «Per realizzare questo costume ci sono voluti due anni di lavoro: tanta fatica!» racconta una cosplayer. Arriva da Bologna ed è al suo secondo Romics come Xena, la principessa guerriera dell’omonimo telefilm cult. «Ci sarò tutti e quattro i giorni di fiera: mi aspetto di conoscere un po’ di gente, fare foto e divertirmi». È dal 2001 che il Romics, giunto alla sua trentesima edizione, unisce appassionati da tutta la penisola: per gamers e cosplayers è diventato presto un momento per condividere passioni al di fuori da uno schermo, incontrare amicizie lontane e scambiare qualche battuta con i propri illustratori preferiti.
I maestri del fantasy
Ai tavoli dei firmacopie, si sono seduti artisti molto attesi, John Howe – conosciuto per aver collaborato con il regista Peter Jackson per sviluppare l’immaginario visivo della trilogia de Il Signore degli Anelli – e Paolo Barbieri. I due – di cui sono state allestite due mostre all’interno della fiera – sabato hanno condiviso il palco per raccontare del proprio immaginario fantasy. Barbieri è l’artista che ha dato il volto a questa edizione, disegnando il manifesto dell’edizione primaverile di Romics: è una fata che nasce dal bocciolo di un’orchidea. «Un simbolo di rinascita» racconta il suo autore, «specialmente considerati i tempi che abbiamo vissuto». Raggiunto da Zeta ai tavoli del firmacopie, mentre autografa i suoi volumi con draghi ad personam si finisce a parlare della sua grande passione per l’animazione giapponese – il maestro Hayao Miyazaki – e per le colonne sonore di quei film. «Una volta sono andato a sentire il compositore Joe Hisashi in concerto ad Udine: mi colpisce come a lui bastino poche note, come quelle della scena del viaggio in treno nella Città Incantata, per aprire e suggerire un mondo che va oltre le immagini».

L’arte del disegno non è la sola ad attrarre l’attenzione di chi passa la giornata in fiera. A Romics, un intero padiglione è dedicato all’hobby più vecchio del mondo: il collezionismo. Nel mondo del cinema e dei giochi, c’è chi colleziona i Funko Pop! – riproduzioni in miniatura di personaggi di film, serie tv e cartoni – e le action figures, ma ciò che va più di tutto sono le carte da gioco. «Durante le fiere ci vengono richieste soprattutto le carte e ci viene fatto qualsiasi tipo di domanda, come: ‘questa carta è rara?’, ‘quanto costa questa carta?’, ‘quanto posso guadagnare da questa carta?’» racconta la proprietaria del negozio Firenze Comics & Games, specializzato nella vendita di carte Pokémon, Magic e Yu-Gi-Oh! «La carta più costosa che abbiamo è di Yu-Gi-Oh!, introvabile, costa 10mila euro: è uscita solamente in Giappone, in mille copie. Noi ne abbiamo una gradata 10, che è il massimo voto che si può prendere».
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Segnalibri in pellicola
Sono 350 gli stand che hanno partecipato al Romics di questo anno: tra di loro non solo rivenditori, ma anche veri e propri creativi che traggono ispirazione dai film e dai fumetti per realizzare a mano stampe e oggetti personalizzati. Tra questi rivenditori, c’è Sandra: è la proprietaria di una attività nata da pochi anni, Filmalibri. «Mio padre era proprietario di un cinema, e ha sempre conservato le pellicole dei film che proiettava. Quando il cinema ha chiuso, mi sono ritrovata piena di bobine: io e la mia famiglia non sapevamo cosa farci. A chiunque mi rivolgevo, mi diceva che le avrebbero buttate». Così dai singoli frame delle bobine sta realizzando quadri, segnalibri e portachiavi personalizzati di Star Wars, Ritorno al Futuro, i Blues Brothers e i cartoni Disney. «Ciò che mi rende più felice è quando le persone mi dicono di aver acquistato una pellicola perché quel particolare momento che vi è impresso gli ha ricordato un momento della loro vita: un bacio al cinema con il ragazzo che gli piaceva, ad esempio».

Il vasto universo di Romics attrae ragazzi, adulti e bambini: le famiglie vanno in giro travestite, i bambini giocano o scattano foto con i loro supereroi preferiti, tutti vengono catturati dal caleidoscopico vortice di entusiasmo che li circonda. La vita di tutti i giorni, a Romics, è lasciata fuori da quei padiglioni di cemento, quasi a voler suggerire che qui ciò che importa è altro: solo tu e la tua creatività.