«Se Israele avesse bombardato i treni per Auschwitz, vi sareste schierati con Hitler». Chi l’ha scritta non si sa, ma questa frase è stata proiettata a Roma nella notte tra il 26 e il 27 gennaio sulla Piramide Cestia di fronte la stazione Ostiense e sul palazzo della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. La provocazione è diretta all’ong Amnesty international, di cui la proiezione imita i tipici caratteri, ma coinvolge anche Emergency, Medici senza frontiere, l’associazione dei partigiani Anpi e la Croce Rossa. La Digos sta indagando sulla vicenda e il portavoce di Amnesty, Riccardo Noury, ha detto a Zeta che risponderanno con una «denuncia contro ignoti».
La scritta proiettata continua poi con «Ipocrisia e antisemitismo le vostre bandiere. Buon Giorno della Memoria». In realtà, nell’accusa Amnesty è diventato “Amnesy” ed Emergency “Hypocrisy”. Se il gioco di parole funziona bene per il nome della prima ong, con quello della seconda invece non ci si avvicina per niente, non suona neanche in maniera simile.
Amnesty viene tacciata di antisemitismo «perché viene contestato il loro uso della parola genocidio nel rapporto pubblicato il 5 dicembre (“Ti senti come un subumano” ndr.) a proposito della campagna israeliana contro la striscia di Gaza – aggiunge Noury – eppure abbiamo riscontrato nella condotta militare di Israele quegli atti di genocidio vietati dalla omonima Convenzione del 1948 che per noi è la bussola. Noi non facciamo paragoni o analisi dei numeri. Noi denunciamo le violazioni dei diritti umani che gli stati firmando accordi si sono impegnati a rispettare».
A condannare le scritte contro le ong apparse a Roma, c’è anche il direttore della Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea, Gadi Luzzatto: «Si tratta di associazioni che in un modo o nell’altro hanno assunto atteggiamenti a volte non condivisibili rispetto al conflitto e che io personalmente ho anche criticato, ma l’uso della parola Auschwitz, unito al concetto di antisemitismo, proprio in occasione del Giorno della Memoria, è una grave distorsione della memoria e della Shoah. L’accusa di antisemitismo a queste associazioni è totalmente irrilevante». A proposito del rapporto “Ti senti come se fossi un subumano”, in cui Amnesty definisce genocidio l’operazione che Israele ha portato avanti contro la popolazione a Gaza, Luzzatto, sebbene lo critichi aspramente, esclude qualsiasi incitamento all’odio nei confronti del popolo ebraico: «È un rapporto diffamatorio, parziale, scritto malissimo, è un rapporto che non fa onore a Amnesty, ma non c’entra niente l’antisemitismo».
Da dopo il 7 ottobre 2023 queste accuse nei confronti dell’ong, però, sono aumentate esponenzialmente, ma Noury ha specificato che «si fa antisemitismo quando si confonde l’operato dello di Israele incolpando cittadini israeliani o meno di religione ebraica. Amnesty International invece chiama gli stati a rispondere del loro operato, non le persone». L’azione è stata particolarmente grave anche per la natura stessa di Amnesty «è inaccettabile – continua il portavoce – perché l’antisemitismo è una violazione dei diritti umani e per un’organizzazione che difende i diritti umani essere accusati di una loro violazione è paradossale, ingiusto e oltretutto infondato».
Secondo Noury il paradosso viene fuori per un problema alla base: «La definizione di antisemitismo che è stata promossa dalla Anti-Defamation League è adottata da vari governi, compreso quello italiano è troppo ampia e rischia di penalizzare legittime critiche nei confronti del sionismo, che è un’ideologia politica e che quindi può essere contestata e soprattutto rischia di punire o stigmatizzare il pensiero critico nei confronti dell’operato dello stato di Israele».
Vent’anni fa l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nata subito dopo la Seconda guerra mondiale, decise di istituire la Giornata della Memoria precisando nel testo della risoluzione che «L’Olocausto sarebbe stato un monito contro i pericoli dell’odio e del fanatismo». Questa azione va contro tutto ciò che il 27 gennaio rappresenta. «Non solo – aggiunge Noury – questa risoluzione rientra nel lungo elenco delle risoluzioni non attuate. Gli errori della Shoah sono stati commessi altre due volte nella storia secondo la Corte internazionale di giustizia: in Ruanda nel 1994 e in Bosnia nel 1995»
Quest’anno però la Giornata è stata in tutt’Italia motivo di divisioni. Anche a Milano la tensione è stata elevata. La comunità ebraica non ha partecipato al tradizionale incontro con gli studenti nella sede del Comune che si tiene con l’Anpi. Il motivo è l’uso della parola “genocidio” che l’associazione dei partigiani ha fatto per descrivere il conflitto a Gaza. Ma la spaccatura è anche all’interno della stessa comunità ebraica. All’incontro ha, infatti, partecipato Gadi Schoenheit, assessore alla cultura dell’Unione comunità ebraiche che ha contestato la scelta di disertare l’incontro. Dello stesso avviso è anche il presidente della comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, secondo cui è importante «testimoniare e quindi di prendere parte attivamente alle celebrazioni del Giorno della Memoria».